http://www.laradionica.it/tavoleradioniche4d.html
AZIONE A DISTANZA Il nostro mondo fisico si dice essere tridimensionale con riferimento ai tre orientamenti di libertà di movimento che esistono in un sistema di riferimento cubico, coordinato ad angoli retti, propostoci da Descartes. In termini semplici, noi descriviamo questi orientamenti con termini come su e giù, a sinistra e a destra, davanti e dietro.
Anche consentendo che si usi il termine "tridimensionale" per descrivere lo spazio fisico, non sono d'accordo sulla correttezza del termine. Infatti ho proposto (2) che si potrebbe descrivere lo spazio fisico in termini di quattro dimensioni adottando un sistema di riferimento tetraedroidale, semplicemente alterando il coordinamento dai 90ƒ dell'angolo retto ai 60ƒ del tetraedro. Il vantaggio di un siffatto sistema di riferimento è un orientamento più immediato nello spazio dovendo considerare solo quattro direttrici invece di sei (vedi sopra) del sistema cartesiano.
Il termine "tridimensionale" perciò, anche se è in uso pressoché ovunque, non è basato su delle vere proprietà fisiche dello spazio. E' solamente un modo convenzionale di vedere e descrivere lo spazio, basato sulla geometria di Euclide, il quale insegnava una progressione dal punto (immaginato di essere senza dimensione), alla linea (monodimensionale), al piano (bidimensionale) ed infine allo spazio (tridimensionale). Questo sistema di geometria però non ha significato fisico ed è solamente un modo astratto di sviluppare una nostra concezione dello spazio.
Ci fornisce però un'utile analogia, il concetto euclideo del piano bidimensionale e della sua relazione allo spazio tridimensionale. Abitando lo spazio fisico ("tridimensionale"), potremmo dire di avere un vantaggio vistoso nei confronti di un ipotetico abitante di un universo bidimensionale, collocato all'interno del nostro universo. Saremmo infatti capaci di osservare e di accedere ad ogni punto di quell'universo, senza dover "attraversare il suo spazio" come l'abitante bidimensionale. Questo, per il nostro amico bidimensionale, sarebbe un piccolo miracolo. Ci ascriverebbe la capacità di effettuare un'azione istantanea a distanza. In questo stesso senso dovremmo immaginare un'entità di dimensione superiore, che contiene al suo interno il nostro universo "tridimensionale" e che ha il vantaggio di poter accedere ed agire in qualsiasi punto del nostro spazio, senza dover attraversare lo spazio nel modo che noi siamo costretti a farlo per arrivare alla nostra destinazione. Penso che questa entità si potrebbe chiamare iper-spazio.
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TAVOLE RADIONICHE 4d
AZIONE A DISTANZA Il nostro mondo fisico si dice essere tridimensionale con riferimento ai tre orientamenti di libertà di movimento che esistono in un sistema di riferimento cubico, coordinato ad angoli retti, propostoci da Descartes. In termini semplici, noi descriviamo questi orientamenti con termini come su e giù, a sinistra e a destra, davanti e dietro.
Anche consentendo che si usi il termine "tridimensionale" per descrivere lo spazio fisico, non sono d'accordo sulla correttezza del termine. Infatti ho proposto (2) che si potrebbe descrivere lo spazio fisico in termini di quattro dimensioni adottando un sistema di riferimento tetraedroidale, semplicemente alterando il coordinamento dai 90ƒ dell'angolo retto ai 60ƒ del tetraedro. Il vantaggio di un siffatto sistema di riferimento è un orientamento più immediato nello spazio dovendo considerare solo quattro direttrici invece di sei (vedi sopra) del sistema cartesiano.
Il termine "tridimensionale" perciò, anche se è in uso pressoché ovunque, non è basato su delle vere proprietà fisiche dello spazio. E' solamente un modo convenzionale di vedere e descrivere lo spazio, basato sulla geometria di Euclide, il quale insegnava una progressione dal punto (immaginato di essere senza dimensione), alla linea (monodimensionale), al piano (bidimensionale) ed infine allo spazio (tridimensionale). Questo sistema di geometria però non ha significato fisico ed è solamente un modo astratto di sviluppare una nostra concezione dello spazio.
Ci fornisce però un'utile analogia, il concetto euclideo del piano bidimensionale e della sua relazione allo spazio tridimensionale. Abitando lo spazio fisico ("tridimensionale"), potremmo dire di avere un vantaggio vistoso nei confronti di un ipotetico abitante di un universo bidimensionale, collocato all'interno del nostro universo. Saremmo infatti capaci di osservare e di accedere ad ogni punto di quell'universo, senza dover "attraversare il suo spazio" come l'abitante bidimensionale. Questo, per il nostro amico bidimensionale, sarebbe un piccolo miracolo. Ci ascriverebbe la capacità di effettuare un'azione istantanea a distanza. In questo stesso senso dovremmo immaginare un'entità di dimensione superiore, che contiene al suo interno il nostro universo "tridimensionale" e che ha il vantaggio di poter accedere ed agire in qualsiasi punto del nostro spazio, senza dover attraversare lo spazio nel modo che noi siamo costretti a farlo per arrivare alla nostra destinazione. Penso che questa entità si potrebbe chiamare iper-spazio.
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